È incomprensibile, ma la canzone pop italiana significa ancora qualcosa

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Nel novembre 1972, la pop star italiana Adriano Celentano ha pubblicato una canzone che ha raggiunto il numero 1 in patria, nonostante non fosse eseguita in italiano.

La canzone, chiamata “Prisencolinensinainciusol”, fu scritta per imitare il modo in cui l’inglese suona per i non anglofoni.

Celentano, che ora ha 74 anni, dice che voleva abbattere le barriere linguistiche e ispirare le persone a comunicare di più.

La canzone di successo del cantante e regista italiano Adriano Celentano, “Prisencolinensinainciusol” è stata pubblicata 40 anni fa questo fine settimana. Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images hide caption

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Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images

“Da quando ho iniziato a cantare, sono stato molto influenzato dalla musica americana e da tutto ciò che facevano gli americani”, dice a Guy Raz, conduttore del fine settimana di All Things Considered, attraverso l’interprete Sim Smiley.

“Così a un certo punto, siccome mi piace lo slang americano – che, per un cantante, è molto più facile da cantare dell’italiano – ho pensato di scrivere una canzone che avesse come tema solo l’incapacità di comunicare”, dice. “

“Prisencolinensinainciusol” è così insensata che Celentano non ha nemmeno scritto il testo, ma lo ha improvvisato su un beat in loop. Quando uscì per la prima volta nel 1972, Celentano dice che nessuno lo notò. Ma questo non gli ha impedito di eseguirla diversi anni dopo alla televisione italiana. La seconda volta fu quella buona: divenne immediatamente la numero 1 in Italia, così come in Francia, Germania e Belgio.

La canzone è stata caratterizzata come tutto, dall’euro-pop, al funk, all’house e persino la prima canzone rap del mondo – nessuna delle quali era nelle intenzioni di Celentano.

“Da quello che so, 10 anni dopo la musica rap è esplosa negli Stati Uniti”, dice. “L’ho cantata con un tono arrabbiato perché il tema era importante. Era una rabbia nata dalla rassegnazione. Ho portato alla luce il fatto che la gente non comunica.”

Ma è davvero così che suona l’inglese americano?

“Sì”, dice. “Esattamente così.”

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