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Il dio greco-romano della vite, Dioniso, viene solitamente mostrato accompagnato da un ampio seguito che include una varietà di esseri divini minori. Questi includono le Menadi, che sono ninfe ubriache o furiose, che, per esempio, fecero a pezzi lo sfortunato cantante Orfeo quando si rifiutò di spostarsi dalla loro strada.

Un satiro ubriaco che si diverte. Bronzo. Dalla Villa dei Papiri di Ercolano, ora nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Foto: Marie-Lan Nguyen (fonte).

A parte le Menadi, i seguaci di Dioniso includono anche una serie di altre creature che nell’arte sono mostrate come un misto di caratteristiche umane e animali. Essi includono satiri, sileni e fauni. Sono essenzialmente spiriti della natura. Mentre le ninfe sono femmine, i satiri, i sileni e i fauni sono tutti maschi. La differenza tra queste tre entità distinte non è sempre chiara, ma non è difficile distinguerle una volta che si sa cosa cercare.

I satiri hanno la coda, le orecchie e, raramente, le gambe di un cavallo. Nel teatro greco antico, i satiri rappresentavano cori di satiri. I satiri erano brevi e si ispiravano alla mitologia greca. Erano tragicomici e presentavano un umorismo crudo, con molti riferimenti sessuali. Un famoso satiro era Marsia, che perse una gara musicale contro il dio Apollo e fu scorticato per la sua arroganza.

Un sileno che tiene in equilibrio un kantharos (tazza profonda) sull’estremità del suo pene eretto. Dettaglio di uno psykter attico a figure rosse (wine-cooler), firmato da Douris come pittore. Datato al 500-490 a.C. circa. Attualmente al British Museum. Foto: Marie-Lan Nguyen (fonte).

I sileni sono essenzialmente satiri più vecchi. Nell’arte, sono di solito rappresentati con teste calve o calvizie; a volte, le loro barbe e capelli sono colorati di bianco. Il più importante del loro numero era Sileno, che ha avuto un ruolo importante nel dramma satiro Il Ciclope di Euripide. Sileno è talvolta raffigurato come molto più vecchio e fuori forma del normale; in questa veste, è talvolta indicato come Papposileno.

Infine, abbiamo i panes o fauni, che prendono il nome dall’antico dio greco Pan. Pan rappresentava la natura indomita; il suo attributo chiave era il flauto di pan. I Romani si riferivano a Pan come Faunus. Come i satiri e i sileni, i panes o fauni erano per lo più di aspetto umano, ma a differenza dei primi erano raffigurati con le gambe e la coda di capra. A volte sono anche raffigurati con la testa di una capra.

Il cosiddetto Fauno Barberini, dal nome del proprietario Francesco Barberini (1597-1679). Questa statua è stata realizzata alla fine del terzo o all’inizio del secondo secolo a.C. In seguito fece parte del Mausoleo dell’imperatore Adriano (ora Castel Sant’Angelo, Roma).

Satyrs, sileni e fauni sono spesso raffigurati come creature lussuriose, non di rado ubriache. I satiri in particolare sono quasi sempre raffigurati con falli eretti (esagerati); il termine tecnico è “itifallico”. Come creature più anziane e presumibilmente più sagge, i sileni sono talvolta rappresentati con membri flaccidi piuttosto che eretti. I satiri in particolare sono spesso mostrati mentre cercano di sedurre o violentare le ninfe, ma a volte mettono gli occhi anche su altre sfortunate vittime.

Il comportamento ubriaco e chiassoso dei satiri invita al confronto con i centauri, creature che avevano il corpo di un cavallo con il torso superiore, le braccia e la testa di un essere umano al posto del collo e della testa del cavallo. I centauri non riuscivano a trattenere l’alcol e, come gli spiriti della natura discussi in questo articolo, erano inclini allo stupro e alla dissolutezza.

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