Bastet: La Dea Egizia della Protezione… E Molto Di Più

Bastet, conosciuta anche come Bast, era un’antica dea egizia che originariamente aveva il ruolo di proteggere i faraoni. Gli abitanti del basso Nilo rappresentavano Bastet come una divinità selvaggia con la testa di leone. Dopo il 1000 a.C., gli egiziani modificarono la sua immagine con il corpo di una donna e la testa di un gatto addomesticato. Insieme al suo cambiamento di aspetto, fu anche trasformata in una divinità pacifica e accessibile. Invece di Bastet che proteggeva i faraoni, era ora una nutrice e protettrice di tutte le famiglie. Le famiglie cominciarono presto ad invitare gatti nelle loro case, pensando che portassero con loro lo spirito di Bastet. Veneravano questi gatti perché cacciavano anche topi, serpenti e altri parassiti che rovinavano i loro raccolti e le loro merci deperibili. Il ruolo di Bastet come dea fu ulteriormente alterato quando acquisì il tratto della fertilità. Le donne acquistavano ciondoli con Bastet e gattini multipli per aumentare la loro fertilità.1

Bastet | Courtesy of Wikiwand.com

Statue e raffigurazioni di Bastet variano. Si trasforma da una bestia con una testa di leone femmina, a una donna con la testa di gatto, a un normale gatto nero con gattini che a volte teneva un sonaglio. Alcuni pensavano che il sonaglio fosse in realtà uno strumento musicale chiamato sistro. Per questo motivo, Bastet era anche associata alla musica e alla danza. Poco dopo che il sistro fu aggiunto all’immagine di Bastet, gli egiziani usavano lo strumento nelle feste in cui adoravano Bastet. Poi, Bastet fu raffigurata con un abito decorativo, portando il sistro nella mano destra e uno scudo nella sinistra, con una borsa sul braccio.2

Gli Egizi avevano una spiegazione per la sua trasformazione da bestia selvaggia a dea della fertilità e della musica. Bastet era la figlia di Ra, il dio del sole che era vendicativo. Da lui ha preso la sua aggressività. Sua madre è sconosciuta, ma gli egiziani sospettano che Ra abbia mandato la giovane Bastet in Nubia come leonessa in isolamento. Lì poté sfogare la sua rabbia, per poi tornare in Egitto come un gatto docile. Più tardi un re sconosciuto proclamò che Bastet era sua madre. Le donne egiziane credevano allora che venerarla avrebbe dato loro molti figli, dato che i gatti di casa avevano in genere fino a dodici cuccioli; e uno dei suoi figli divenne re. Gli esperti ritengono che il sonaglio del bambino sia stato erroneamente interpretato come un sistro, il che l’ha portata ad essere conosciuta come una dea della musica e della danza.3

Statua bronzea di Bastet | Cortesia di irmabianchi.it

Nelle raffigurazioni delle guerre sui muri dei palazzi, era raffigurata come un leone, e nelle case era un gatto. Anche se Bastet era una dea con molti tratti, questo non era così insolito. Nell’antico Egitto gli dei e le dee spesso servivano più di uno scopo. Insieme ai suoi tratti più comuni, era anche considerata la dea del sole, che aveva ereditato da suo padre, e la dea del piacere fisico. Si credeva addirittura che se un gatto avesse corso in mezzo al fuoco, il fuoco sarebbe stato spento; perciò divenne la divinità dei pompieri.4

È innegabile che Bastet fosse molto rispettata. Gli esperti non sono ancora in grado di determinare quando gli egiziani iniziarono a venerarla e quando la sua presenza svanì. Molte statue di Bastet e gatti mummificati sono stati scoperti lungo il basso Nilo, il che ha portato gli esperti a credere che lì si tenessero feste in suo onore e che gli abitanti la venerassero al massimo grado. Anche se aveva molti ruoli, è meglio conosciuta come dea della protezione.5

“Il suo animale totem in onice nero

eretto sulle sue cosce in bilico e consapevole

porta in sogno che io possa imparare

i gatti sono gatti e gli dei dagliocchi al sole

nel buio con l’iride dilatata vede

protettore spero anche se a volte nella notte

io tendo al suo selvaggio grido amoroso…”

-Bastet 6

  1. The Salem Press Encyclopedia, 2o16, s.v. “Bastet (divinità)”, di Latha Iyer. ↵
  2. Kathryn Razavi, “La leonessa e il gatto: Egypt’s Great Feline Goddess” (Undergraduate Honors Thesis, University of Colorado, 2013), 20-25. ↵
  3. Nora Scott, “The Cat of Bastet”, The Metropolitan Museum of Art Bulletin, 1 (1958): 1. ↵
  4. Kathryn Razavi, “The Lioness and the Kittycat: Egypt’s Great Feline Goddess” (Undergraduate Honors Thesis, University of Colorado, 2013), 23. ↵
  5. Salem Press Encyclopedia, 2o16, s.v. “Bastet (diety)”, di Latha Iyer. ↵
  6. Phyllis Stowell, “Bastet,” Psychological Perspectives 56, no. 3 (2013): 362-364. ↵

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