La maggior parte dei casi di diarrea associata ad antibiotici può essere classificata in due categorie: casi in cui è implicato Clostridium difficile e casi in cui nessun agente putativo o meccanismo patofisiologico riconosciuto è riconosciuto. La colonizzazione di C difficile produce uno spettro di condizioni, che vanno dal trasporto asintomatico alla colite pseudomembranosa fatale: è implicato in quasi tutti i casi di colite pseudomembranosa e fino al 25% dei casi di diarrea associata ad antibiotici senza colite. La clindamicina è nota per la sua propensione a indurre la colite da C difficile, ma nella pratica corrente, le penicilline a largo spettro e le cefalosporine sono gli agenti più frequentemente implicati, riflettendo il loro uso diffuso. Il trattamento comprende la cessazione o l’alterazione della terapia antimicrobica quando possibile, la fornitura di cure di supporto e una terapia specifica mirata all’eradicazione del C difficile se i sintomi sono gravi o persistenti o se la terapia antibiotica non può essere interrotta in sicurezza. Il metronidazolo orale o la vancomicina sono ugualmente efficaci nella malattia non complicata; la terapia ottimale per la malattia grave non è stata stabilita. Le ricadute si verificano fino al 15% dei casi e non possono essere previste o prevenute con precisione.