Ci hanno mentito.
Come mostra il video qui sopra, l’immaginario popolare dei Vikings è pieno di caschi con le corna. È ovunque, dalle mascotte del calcio (come i Minnesota Vikings) a troppe vignette del New Yorker. L’unico problema è che quegli elmi con le corna sono un mito completo.
Roberta Frank ha scritto un articolo seminale sull’argomento, “The Invention of the Viking Horned Helmet” (puoi trovare una copia su Scribd qui). Questo lavoro non solo conferma il consenso storico sul fatto che i vichinghi non hanno mai avuto elmi con le corna, ma spiega anche come il mitico copricapo sia arrivato sulle teste dei vichinghi. Il costumista Carl Emil Doepler, che incluse gli elmi con le corna nei suoi splendidi disegni dei costumi per la rappresentazione del 1876 della classica saga norrena di Wagner, Der Ring des Nibelungen. Gli splendidi disegni sono disponibili qui, ed è facile capire perché sono diventati rapidamente iconici. L’opera fu così influente che i vichinghi con gli elmi cornuti divennero un nuovo standard – nonostante il fatto che fossero mitici.
Gli elmi cornuti di Doepler furono il risultato di un’affascinante trasposizione storica. I tedeschi erano affascinati dai vichinghi, almeno in parte perché rappresentavano una storia di origine classica libera dal bagaglio greco e romano. Questo aveva molto fascino in un’epoca di nascente nazionalismo tedesco. Di conseguenza, Doepler e altri studiosi intrecciarono la storia tedesca e norrena in modo sorprendente: Hanno messo stereotipi di copricapi tedeschi antichi e medievali – come gli elmi con le corna – su teste vichinghe. Le leggende norrene e tedesche si sono intrecciate nell’immaginazione popolare, e non le abbiamo ancora districate.
I vichinghi hanno avuto una storia reale – dall’VIII all’XI secolo, i famosi scandinavi hanno davvero esplorato (e anche saccheggiato) l’Europa. Ma un’inventata “età vichinga” era un potente compagno mitico della realtà storica. Come scrive Frank:
Finché non è stata inventata l’età vichinga, non c’era nessun vichingo con le corna, e viceversa: le due cose vanno insieme come la Pasqua e il berretto. Un'”età vichinga” è menzionata per la prima volta nel 1873, in due articoli indipendenti danesi e svedesi; il periodo viene scritto per la prima volta in maniera monumentale nei quattro volumi di Norman-nerne di Johannes Steenstrup, pubblicati tra il 1876 e il 1882. Forse solo un’epoca espansionista e costruttrice di imperi avrebbe potuto concepire un’epoca che iniziava con attacchi navali a coste straniere e finiva quando questi attacchi cessavano. L’elmo vichingo cornuto era solo uno degli innumerevoli oggetti colorati nell’arsenale di un’Europa di fine secolo affascinata dalla guerra e dai suoi strumenti.
È un complicato giallo storico che ha portato a un vasto equivoco sul copricapo vichingo. (Anche se, come mi ha detto Frank, i paesi scandinavi sono stati scrupolosi nel non cadere mai nel mito). Frank ha valutato poeticamente lo strano fenomeno:
Per quanto “sbagliato”, l’elmo vichingo cornuto è stato una fantasia ricorrente che trasmuta il deserto dell’esistenza quotidiana in contorni rari e strani.
Ancora, la prossima volta che vedete un elmo vichingo, assicuratevi che chi lo indossa conosca la verità – o almeno cantategli un po’ di Wagner.
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