Lo schiaccianoci e i quattro regni

In una mossa insolita, questo “Schiaccianoci” è accreditato a due registi veterani, Lasse Hallstrom e Joe Johnston, anche se non hanno lavorato al film contemporaneamente. Hallstrom (“The Cider House Rules”, “What’s Eating Gilbert Grape?”) era il regista originale, ma poi Johnston (“Jumanji”, “Captain America: The First Avenger”) è stato chiamato a dirigere importanti riprese con estesi effetti visivi quando Hallstrom ha avuto un conflitto di programmazione. Forse è per questo che il film sembra così poco concentrato, così erratico dal punto di vista tonale. È facile speculare dall’esterno. Quello che è chiaro, però, è che c’è contemporaneamente troppa roba nella sceneggiatura di Ashleigh Powell, e non abbastanza. Mackenzie Foy interpreta Clara, una ragazza che sta comprensibilmente lottando per godersi il Natale dopo la morte della sua amata madre. (Foy, che ha interpretato la prole Renesmee Cullen nel finale di “Twilight” e una giovane Jessica Chastain in “Interstellar”, ha una presenza coinvolgente, ma il suo accento britannico è incerto). Ciononostante, deve arrancare fino all’elaborata soirée festiva che frequenta ogni anno con suo padre (Matthew Macfadyen) e i suoi fratelli (Ellie Bamber e Tom Sweet) nella casa sontuosa del suo padrino, Drosselmeyer (Morgan Freeman). Prima della sua scomparsa, la madre di Claire le ha fatto un regalo di Natale extra-speciale per quest’anno: una scatola ornata a forma di uovo, che lei può aprire solo usando una chiave che l’aspetta in un magico mondo parallelo.

Quando segue un lungo filo dorato attraverso un tronco d’albero e finalmente vi arriva, scopre che in realtà è composto da quattro regni, da cui il titolo. Sono la Terra dei Fiori, la Terra dei Fiocchi di Neve, la Terra dei Dolci e la Terra dei Divertimenti – l’ultimo dei quali è un luogo spaventoso e abbandonato dove regna la crudele Madre Ginger (Helen Mirren) con l’aiuto del suo esercito di topi. All’inizio del film, Clara e il suo amico schiaccianoci e guida, Phillip (l’esordiente Jayden Fowora-Knight), sono attaccati da un topo gigante fatto di topi, che ricorda quello che fanno i Minions quando si arrampicano l’uno sull’altro in un debole tentativo di essere utili. È una delle tante scenografie in CGI che sono goffe, poco chiare e neanche lontanamente emozionanti come vorrebbero essere. (Il talentuoso direttore della fotografia Linus Sandgren, vincitore dell’Oscar per “La La Land”, ha girato questo film, cosa che si può sapere solo dalla sequenza di danza visivamente impressionante che suona durante i titoli di coda. Il resto è kitsch sgargiante.)

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