Macbeth

Glamis tu sei, e Cawdor; e sarai
ciò che hai promesso. Eppure temo la tua natura;
è piena del latte della bontà umana
per prendere la via più vicina: tu vorresti essere grande,
non sei senza ambizione, ma senza
la malattia che dovrebbe accompagnarla. Ciò che tu vuoi altamente
che tu sacrosantamente; non giocheresti falso,
e tuttavia vinceresti ingiustamente. Avresti, grande Glamis,
quello che grida “Così devi fare”, se lo hai,
e quello che piuttosto hai paura di fare,
che desideri sia disfatto. Affrettati,
affinché io possa versare i miei spiriti al tuo orecchio
e castigare con il valore della mia lingua
tutto ciò che ti impedisce il giro d’oro,
di cui il destino e l’aiuto metafisico sembrano
farti coronare.

Dopo aver letto la lettera del marito che porta la notizia del suo nuovo titolo e la profezia delle Streghe, Lady Macbeth pronuncia questo soliloquio nell’Atto 1, Scena 5. È felicissima che suo marito diventi re, ma è preoccupata che Macbeth si dimostri troppo debole per uccidere Duncan stesso. Lo esorta ad affrettarsi a tornare a casa in modo da poterlo convincere a farlo, dato che il destino sembra volere che lui diventi re.

Il corvo stesso è rauco
Che gracchia la fatale entrata di Duncan
Sotto le mie mura. Venite, spiriti
che tendete ai pensieri mortali, disessuatemi qui,
e riempitemi dalla corona all’alluce
della più terribile crudeltà. Rendete denso il mio sangue,
fermate l’accesso e il passaggio al rimorso,
affinché nessuna vista compunta della natura
scuota il mio proposito caduto, né mantenga la pace tra
l’effetto e esso. Venite al seno della mia donna,
e prendete il mio latte per fiele, voi ministri assassini,
qualunque cosa nelle vostre sostanze prive di vista
attendete la malizia della natura. Vieni, notte spessa,
e avvolgiti nel fumo più nero dell’inferno,
affinché il mio coltello affilato non veda la ferita che fa,
né il cielo faccia capolino attraverso la coltre delle tenebre,
per gridare: ‘Ferma, ferma!’

Lady Macbeth fa questo soliloquio nell’Atto 1, scena 5, mentre aspetta che Re Duncan arrivi al suo castello. È decisa a uccidere Duncan e chiede l’aiuto degli spiriti affinché le diano il coraggio necessario per ucciderlo. I riferimenti che fa all’essere donna rivelano che sente che la sua naturale femminilità potrebbe impedirle di agire crudelmente, così chiede che vengano rimossi.

O, mai
il sole di quel giorno vedrà!
Il tuo volto, mio signore, è come un libro dove gli uomini
possono leggere strane cose. Per ingannare il tempo, guarda come il tempo. Porta il benvenuto nei tuoi occhi,
la tua mano, la tua lingua. Sembri il fiore innocente,
ma sii il serpente sotto di esso. Colui che viene
deve essere previsto; e tu metterai
il grande affare di questa notte nel mio dispaccio,
che darà a tutte le nostre notti e ai giorni a venire
solo sovranità e dominio.

In queste righe, nell’atto 1, scena 5, Lady Macbeth dice al marito di lasciare tutto a lei: sarà lei a organizzare l’omicidio di Duncan quella sera stessa. Nel frattempo, dice a Macbeth, lui dovrebbe cercare di sembrare il più innocente possibile. Le battute mostrano che Lady Macbeth spinge il marito ad uccidere Duncan. Non possiamo sapere se Macbeth avrebbe deciso di uccidere il suo re se sua moglie non lo avesse incoraggiato così fortemente.

Ma avvita il tuo coraggio fino al punto di corda,
e non falliremo. Quando Duncan si addormenterà –
dove piuttosto lo inviterà il duro viaggio della sua giornata
Suona – i suoi due ciambellani
Convincerò con vino e wassail così tanto
che la memoria, il guardiano del cervello,
sarà un fumo, e la ricezione della ragione
un limbo soltanto: quando in un sonno vorticoso
le loro nature inzuppate giacevano come in una morte,
cosa non possiamo tu ed io fare su
l’incustodito Duncan? Che cosa non metteremo sui
suoi spugnosi ufficiali, che porteranno la colpa
della nostra grande disfatta?

Nell’atto 1, scena 7, Lady Macbeth respinge la decisione del marito di lasciar vivere Duncan, e gli promette che se lui saprà agire con coraggio, il loro piano non potrà fallire. Dice a Macbeth che una volta che Duncan si sarà addormentato, lei farà ubriacare i suoi servi così tanto da farli svenire. Poi lei e Macbeth potranno uccidere Duncan e incolpare i suoi servi per l’uccisione. Il piano di Lady Macbeth è abbastanza buono da convincere Macbeth a cambiare idea e accettare di uccidere Duncan.

Ho messo i loro pugnali pronti;
Non poteva mancarli. Se non avesse assomigliato
a mio padre mentre dormiva, l’avrei fatto.

Questo breve discorso di Lady Macbeth nell’Atto 2, scena 2 rivela due fatti importanti: primo, che Lady Macbeth non ha aiutato ad uccidere Duncan dopo tutto, e secondo, che la somiglianza di Duncan con suo padre le ha impedito di ucciderlo. Lady Macbeth avrà una reazione complessa all’omicidio per tutto il resto dell’opera, a volte sembra provare un rimorso più genuino del marito per le sue azioni. Il suo rimorso la porterà infine al suicidio. Queste righe sono un primo suggerimento che Lady Macbeth potrebbe non essere così a sangue freddo come dice di essere.

Fuori, maledetta macchia; fuori, dico. Uno, due, — perché, allora è il momento di farlo. L’inferno è torbido. Via, mio signore, via, soldato e timoroso? Che bisogno c’è di temere chi lo sa, quando nessuno può chiedere conto del nostro potere? – Eppure chi avrebbe pensato che il vecchio avesse tanto sangue dentro di sé.

Nell’atto 5, scena 1, Lady Macbeth cammina nel sonno nel castello di Macbeth alla vigilia della sua battaglia contro Macduff e Malcolm. È completamente distrutta dal senso di colpa e ha perso la testa. Simile alle allucinazioni indotte dal senso di colpa del marito, Lady Macbeth ha iniziato a vedere cose che non ci sono – in particolare, sangue sulle sue mani, una manifestazione fisica del suo senso di colpa per la sua parte nell’omicidio di Duncan.

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