Cosa voleva dire Oscar Wilde quando ha scritto che “la vita imita l’arte molto più di quanto l’arte imiti la vita”? In parole povere, questa citazione da The Decay of Lying (1891) riguarda il modo in cui l’arte influenza il modo in cui guardiamo il mondo che ci circonda. Prendiamo la nebbia, per esempio:
J.M.W. Turner, Keelmen Heaving in Coals by Moonlight, 1835, National Gallery of Art, Washington, D.C.
Una delle idee di Wilde è che oggi apprezziamo la bellezza della nebbia in natura perché i pittori, come Turner, hanno rivelato questa bellezza.
Un altro esempio famoso è come Nietzsche sia stato commosso dalle opere di Nicolas Poussin e Claude Lorrain. Questi due maestri diedero a Nietzsche le sue emozioni più intense di fronte ai dipinti, così ogni volta che vedeva un bel paesaggio naturale in seguito, lo vedeva come un dipinto di Poussin o Claude Lorrain, cosa che i suoi scritti confermano:
Nicolas Poussin, Paesaggio con rovine, 1634 circa, Museo del Prado, Madrid
“La bellezza dell’insieme incuteva timore e induceva ad una muta adorazione del momento e della sua rivelazione. Inconsciamente, come se nulla potesse essere più naturale, tu popolavi questo mondo di luce pura e chiara (che non aveva traccia di desiderio, di attesa, di guardare avanti o indietro) di eroi greci. Tu sentivi tutto come Poussin e la sua scuola, allo stesso tempo eroico e idilliaco”, Friedrich Nietzsche, Il viandante e la sua ombra (1880), tradotto dal tedesco da Paul V. Cohn.
Claude Lorrain, Veduta di Delfi con processione, 1673, Art Institute of Chicago – uno dei quadri di Claude Lorrain che Nietzsche vide a Roma nel 1883
“Mai in vita mia ho vissuto un autunno simile, né avevo mai immaginato che tali cose fossero possibili sulla terra – un Claude Lorrain esteso all’infinito, ogni giorno uguale all’ultimo nella sua selvaggia perfezione”, Friedrich Nietzsche, Ecce Homo (scritto nel 1888, pubblicato postumo nel 1908), tradotto dal tedesco da Anthony M. Ludovici.
Un’idea simile fu illustrata da Marcel Proust nel primo volume di Alla ricerca del tempo perduto (1913-1927), ma questa volta in relazione alle persone. Nel romanzo, Swann si innamora di Odette, che non è il suo tipo, solo perché improvvisamente gli ricorda Zipporah nell’affresco di Botticelli:
Botticelli, Le prove di Mosè – particolare, 1481-1482, Cappella Sistina, Roma
Botticelli, Le prove di Mosè, 1481-1482, Cappella Sistina, Roma
L’idea è che la nostra percezione della vita sia cambiata dall’arte, così che la natura a volte sembra imitare i quadri che abbiamo visto prima, dandoci le emozioni che abbiamo provato guardando quei quadri. Quando questo accade, la vita sembra imitare l’arte.
Come dice Wilde in La decadenza della menzogna, “le cose sono perché le vediamo, e quello che vediamo, e come lo vediamo, dipende dalle arti che ci hanno influenzato.”