Psicofisica, studio delle relazioni quantitative tra eventi psicologici ed eventi fisici o, più specificamente, tra le sensazioni e gli stimoli che le producono.
La scienza fisica permette, almeno per alcuni dei sensi, una misurazione accurata su scala fisica della grandezza di uno stimolo. Determinando la grandezza dello stimolo che è appena sufficiente a produrre una sensazione (o una risposta), è possibile specificare lo stimolo minimo percepibile, o la soglia assoluta dello stimolo (limen dello stimolo), per i vari sensi. L’indagine centrale della psicofisica riguarda la ricerca di una relazione legittima e quantitativa tra stimolo e sensazione per la gamma di stimoli tra questi limiti.
La psicofisica fu fondata dallo scienziato e filosofo tedesco Gustav Theodor Fechner. Coniò la parola, sviluppò i metodi fondamentali, condusse elaborati esperimenti psicofisici e iniziò una linea di indagine che ancora persiste nella psicologia sperimentale. Il classico libro di Fechner Elemente der Psychophysik (1860) può essere considerato come l’inizio non solo della psicofisica ma anche della psicologia sperimentale.
Formato in fisica, Fechner in età avanzata si interessò alla metafisica e cercò un modo per mettere in relazione lo spirituale con il mondo fisico. Si imbatté nella nozione di misurare la sensazione in relazione al suo stimolo. Il fisiologo tedesco Ernst Heinrich Weber aveva scoperto che la quantità di cambiamento nella grandezza di un dato stimolo necessaria per produrre un cambiamento appena percettibile nella sensazione aveva sempre un rapporto approssimativamente costante con la grandezza totale dello stimolo. Questo fatto, propriamente parlando, è la legge di Weber: se due pesi differiscono di una quantità appena percettibile quando sono separati da un dato incremento, allora, quando i pesi sono aumentati, l’incremento deve essere proporzionalmente aumentato perché la differenza resti percettibile. Fechner applicò la legge di Weber alla misurazione della sensazione in relazione a uno stimolo. La formula risultante Fechner chiamò la legge di Weber (spesso chiamata legge di Fechner-Weber). Essa esprime la semplice relazione che la grandezza di uno stimolo deve essere aumentata geometricamente se la grandezza della sensazione deve aumentare aritmeticamente. Per i fisiologi e per molti filosofi, questo ha permesso di misurare la sensazione in relazione a uno stimolo misurato, creando così la possibilità di una psicologia scientifica quantitativa.
Più recentemente, gli psicofisici hanno suggerito che le grandezze psichiche siano valutate tramite esperimenti di scalatura diretta piuttosto che derivando una scala di sensazioni basata su giudizi di discriminazione.
I metodi psicofisici sono utilizzati oggi negli studi sulle sensazioni e in aree pratiche come il confronto e la valutazione dei prodotti (ad esempio, tabacco, profumi e liquori) e nei test psicologici e del personale.