9 maggio 2018, 22:21
Abbiamo elencato le migliori opere per il centrale a fiato: dai grandi concerti alle piccole gemme inaspettate.
Copland – Clarinet Concerto
Se volete un pezzo per mostrare l’incredibile carattere del clarinetto, allora questo è quello giusto. Placido e profondamente riflessivo all’inizio, poi all’improvviso enormemente acrobatico alla fine, il concerto di Copland si siede così meravigliosamente sotto le dita.
Weber – Clarinet Concerto No. 2
Lasciateci fare un favore. Andate direttamente al secondo movimento di questo concerto, un vero e proprio barnstormer. Toglietevi le scarpe. Accendete una candela. Magari fate un bagno, se siete in vena. Ora, questo:
Brahms – Clarinet Sonata No. 2 in E flat
Quella melodia iniziale, ragazzi *cade letteralmente a terra*. Non c’è bisogno di altre spiegazioni, vero? Brahms era, come sappiamo, ‘abbastanza bravo’ con la melodia, e fortunatamente per i clarinettisti di tutto il mondo ha tenuto una delle sue migliori per il clarinetto.
Bernstein – Sonata per clarinetto e pianoforte
Angolare, oscura e strana: questo è Leonard Bernstein al suo più intrigante. Le melodie sono sicuramente lì dentro, ma bisogna scavarle, spazzolare via tutto il fango e poi cercare di trasformarle in qualcosa di attraente. E se riesci a farlo, allora, beh, sei in una botte di ferro.
Gershwin – Rhapsody in Blue
Solo perché non c’è niente di più iconico di questo. Detto questo, rovinala in un concerto e nessuno te lo perdonerà. Mai.
Debussy – Premiere Rhapsodie
La prima frase dell’intero pezzo è un Sol a un Si bemolle a un Do, proprio sulla gola dello strumento, che è proprio la frase più fastidiosa che si possa iniziare, tecnicamente parlando. Ma una volta che l’hai superata, ti aspetta una seria costruzione di un regno magico. Senza sforzo, fresco, drammatico e con un fuoco d’artificio alla fine, non c’è davvero molto di meglio di questo per clarinetto e pianoforte.
Arnold – Sonatina per clarinetto e pianoforte
Raramente i compositori fanno quella cosa del ‘così sbagliato che è giusto’ meglio di Malcolm Arnold. Un inizio super-aggressivo, frammentato e violento, un secondo movimento che sembra fermare del tutto il tempo, e un finale che è così vicino ad essere troppo che si potrebbe vomitare. A meno che non lo stiate suonando, nel qual caso sverrete.
Finzi – Concerto per clarinetto
**trillo basso* *TRILLO ALTO!* *trillo basso* *TRILLO ALTO!* Questo è tutto, davvero. No, stavo solo scherzando. In qualche modo Finzi riesce a piegare il pastorale con l’altamente fiammeggiante, e di conseguenza è un concerto che sfida la categorizzazione. Quel primo movimento:
Shostakovich – Sinfonia n. 5
Solo per pochi momenti in una sinfonia che definisce praticamente la parola ‘epica’, la linea del clarinetto nel secondo movimento irrompe e fa un’interiezione di grande carattere. E, come molti dei pezzi di questa lista, è davvero divertente da suonare.