La sorella era in realtà un travestito che aveva sentimenti incestuosi per la sorella da quando poteva ricordare. La sorella travestita si era vestita da uomo per il funerale di sua madre, perché credeva di essere veramente se stessa solo quando era vestita da uomo, e sentiva che il funerale di sua madre sarebbe stato il momento peggiore per indossare una facciata solo per far sentire le altre persone a proprio agio. Sfortunatamente, il travestito non rivelò mai a sua sorella la verità del suo travestitismo; sua sorella si infatuò gravemente di lei vestita da uomo, che si comportava come nessun uomo che lei avesse mai incontrato prima nella sua vita. Dopo il funerale, la sorella travestita se ne tornò rapidamente a casa, perché temeva la forza di attrazione che sembrava dotare l’ignara sorella. Per alcuni giorni dopo il funerale di sua madre, la sorella annegò nella malinconia, che le sembrò intensificarsi man mano che il tempo passava dopo il funerale; perché era in quel momento che stava affrontando la perdita di sua madre, che era l’unica persona che aveva plasmato la sua vita in modo armonioso, e contemporaneamente fantasticava su una vita slegata da questa costante guida materna con questo uomo misterioso, il cui amorevole incanto aveva almeno temporaneamente avvolto la grandezza di questo stato di cose. Sapendo che l’unico modo per essere consolata e ritrovare quella sinfonia dell’anima che aveva sentito con l’uomo al funerale era di testimoniare ancora una volta la presenza di quell’uomo, e sapendo che un viaggio alla cieca nel suo ambiente (ispirato da qualche impulso basale di perlustrare le terre in cerca di indizi) non avrebbe probabilmente portato a nulla. Così si sforzò di contattare sua sorella, che aveva organizzato il funerale (ma che, a pensarci bene, sembrava incongruamente assente alla cerimonia di lutto della madre), e la cui saggezza inquietante sul tema dell’amore e degli uomini l’aveva sempre ispirata nelle sue azioni verso l’altro sesso. Al momento dell’incontro, la sorella iniziò immediatamente a raccontare la sequenza degli eventi, che sembravano quasi fusi insieme con una descrizione accecante e dettagliata dell’ambiente del funerale e un’enumerazione di avvenimenti ed eventi simultanei che gravitavano furiosamente intorno all’incontro epocale con il signore scomparso. L’altra sorella era molto colpita dalla vivida descrizione della sorella dell’evento funebre, la cui complessità e precisione poteva solo immaginare che fosse catalizzata dalla sua infatuazione per la sua autentica incarnazione come travestito. Interrogata sull’identità di quest’uomo misterioso dalla sorella, che al momento si trovava su una sedia da giardino e sembrava immersa in una trance inebriante dovuta soprattutto alla bellezza frattale degli eventi che si addensavano nella sua immaginazione, la sorella fu turbata dallo stile quasi incosciente con cui era stata posta la domanda, come se sua sorella fosse un automa inanimato che attendeva casualmente una risposta. Incerta sulla linea d’azione ottimale in questa situazione, la sorella fu guidata da un sistema etico basato su regole per rispondere sinceramente, anche se era sempre stata in apprensione per lo svelamento del suo segreto più intimo e quintessenziale; era come se lo stato affascinato e puramente autonomo della sorella avesse in qualche modo effuso un’aura simulacrale, che mortificava tutto e tutti intorno a lei in uno stato parziale di irrealtà, ancora attaccato al reale ma staccato dalle normali costruzioni cognitive e dal codice sociale che avrebbero occluso la sorella dal trasmettere spassionatamente la verità. La profondità di tutto era caduta. Gli stati di cose sembravano liquidati come banali, e le risposte erano semplicemente legate e sostenute come fatti, piuttosto che deliri idealizzati e non dimostrati. Mentre la sorella monotonamente ripeteva la sua risposta, una scintilla di riconoscimento, di riconoscimento, si accese sull’altra sorella. Aveva già formulato la risposta in modo preternaturale, poi, quando le conseguenze e i futuri mondi possibili si riversarono sulla sua forma stolida, improvvisamente scoppiò di rabbia. Con la forza veemente di migliaia di universi annichiliti, in cui tutto ciò che aveva sperato e sognato di cospirare con l’uomo, fu rinchiuso e bruscamente giustapposto alla verità della sua negazione; si flagellò, tentando di assorbire l’ambiente circostante come espiazione per l’impossibile esistenza degli universi che tanto desiderava. Divorava ogni cosa al suo cospetto, compresa sua sorella, il cui corpo docile e non reattivo non opponeva nemmeno una volta un briciolo di resistenza, mentre sembrava rannicchiarsi nell’inesistenza come se anche la sua vera incarnazione di travestito fosse evaporata con la moltitudine di universi possibili.