Siddi: L’unica tribù africana dell’India e del Pakistan

Con le proteste di Black Lives Matter e l’ondata di ingiustizie razziali e sociali contro la comunità nera che emergono in tutto il mondo, la maggior parte di noi indiani vede questo come un problema remoto. Ma ancora, molti giovani, intellettuali, artisti e un sacco di persone in tutto il paese hanno esteso il loro sostegno alle proteste negli Stati Uniti come loro dovere di essere un cittadino globale. Ma sapete che il nostro paese ospita una tribù di origine africana?

Anche io non sapevo della presenza dei Siddi, una tribù di origine africana che vive in Karnataka, Gujarat, Hyderabad, Maharashtra e parti del Pakistan.

S
Credit: BBC India/Neelima Vallangi

Con una popolazione stimata di oltre 20.000 persone, i Siddi discendono dalla tribù Bantu dell’Africa orientale. Tuttavia, il loro insediamento in India è in gran parte contestato, e ci sono due teorie generali – alcuni dicono che sono stati portati come schiavi dai portoghesi durante il 7° secolo, mentre altri dicono che hanno viaggiato in India come mercanti e marinai indipendenti.

Ha vissuto in India per secoli, le persone della comunità Siddi rappresentano un amalgama di cultura indiana e patrimonio africano. Vestite con sari e bindi, le donne Siddi eseguono ancora una forma di danza che ha origine da primitive forme africane. Parlano nel dialetto locale Konkani, ma lottano ancora per essere riconosciuti come cittadini indiani a causa del pregiudizio locale basato sulle loro caratteristiche fisiche.

Credit: BBC India/Neelima Vallangi

All’inizio degli anni ’80, la Sports Authority of India decise di avviare un progetto di Giochi Speciali di Zona per allenare i bambini Siddi a trasformare le loro capacità atletiche, dovute alle loro origini africane, in successi nazionali. Tuttavia, il programma fu presto interrotto e i bambini furono costretti a tornare indietro.

Vivendo nell’oscurità da secoli, il popolo Siddi vive una vita di stenti e oppressione. A causa della mancanza di opportunità, sono principalmente costretti a lavorare come contadini, conducendo la loro vita costantemente all’insegna della povertà. La mancanza di opportunità educative è un altro ostacolo che si è aggiunto alla loro travagliata posizione di sentirsi un estraneo nel loro stesso paese.

Come indiani, possiamo ricordare un singolo episodio del nostro incontro con persone di colore in cui la nostra mente non sia stata attraversata dalla parola “N”, o da sentimenti di instabilità, paranoia e pregiudizio basati su supposizioni associate a persone di colore trasmesse dalla società? Il problema del razzismo e dell’oppressione delle comunità in base al colore della loro pelle è sempre stato presente, ma ora è diventato ancora più urgente.

Il razzismo istituzionale e individuale non è solo un problema delle società al di là degli oceani, ma un problema molto radicato nella nostra nazione, e ora è il momento di lavorare per sistemarlo. Spetta a noi, i giovani della nazione, cambiare la narrazione e smembrare questi stereotipi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *