Il regno di Odrysian della Tracia divenne un regno cliente romano verso il 20 a.C., mentre le città-stato greche sulla costa del Mar Nero passarono sotto il controllo romano come civitates foederatae (città “alleate” con autonomia interna). Dopo la morte del re trace Rhoemetalces III nel 46 d.C. e una rivolta antiromana senza successo, il regno fu annesso come provincia romana di Tracia.
La nuova provincia comprendeva non solo le terre dell’ex regno di Odrysian, ma anche la parte nord-orientale della provincia di Macedonia e le isole di Thasos, Samotracia e Imbros nel Mar Egeo. A nord, la Tracia confinava con la provincia della Moesia inferiore; inizialmente il confine provinciale correva su una linea a nord dei monti Haeumus, includendo le città di Nicopolis ad Istrum e Marcianopolis in Tracia, ma alla fine del II secolo d.C. il confine si era spostato a sud lungo l’Haemus. L’area della Tracia Chersonese (la moderna penisola di Gallipoli) fu esclusa dalla giurisdizione del suo governatore e amministrata come parte dei domini personali dell’imperatore. La prima capitale della provincia, dove risiedeva il governatore romano, era Heraclea Perinthus. La Tracia era una provincia imperiale, guidata inizialmente da un procuratore e, dopo il 107/109 circa, da un legatus Augusti pro praetore. Per il resto, la struttura interna del vecchio regno tracio fu mantenuta e solo gradualmente sostituita dalle istituzioni romane. Le vecchie strategiai (“generaliai”) a base tribale, con a capo uno strategos (“generale”), furono mantenute come principali divisioni amministrative, ma alcuni villaggi furono raggruppati in kōmarchiai (“capi villaggio”) o subordinati alle città vicine (le due colonie romane di colonia Claudia Aprensis e colonia Flavia Pacis Deueltensium e diverse città greche, molte delle quali furono fondate da Traiano), che furono messe a parte. A metà del I secolo, i strategiai erano una cinquantina, ma la progressiva espansione delle città e delle terre loro assegnate ne ridusse il numero: all’inizio del II secolo, erano scesi a quattordici, e verso il 136 furono aboliti del tutto come divisioni amministrative ufficiali.
In quanto era una provincia interna, lontana dai confini dell’Impero, e avendo un’importante strada romana (Via Egnatia) che attraversava la regione, la Tracia rimase pacifica e prospera fino alla crisi del III secolo, quando fu ripetutamente razziata dai Goti d’oltre Danubio. Durante le campagne per affrontare questi predoni, l’imperatore Decio (r. 249-251) cadde nella battaglia di Abrito nel 251. La Tracia soffrì particolarmente nelle grandi incursioni gotiche via mare del 268-270, e fu solo nel 271 che l’imperatore Aureliano (r. 270-275) fu in grado di assicurare le province balcaniche contro le incursioni gotiche per qualche tempo a venire.
In generale, la politica provinciale e urbana degli imperatori romani, con la fondazione di diverse città di tipo greco (città-stato), contribuì più al progresso dell’ellenizzazione che alla romanizzazione della Tracia. Così, alla fine dell’antichità romana, il fenomeno della romanizzazione si verifica solo nella Bassa Mesia, mentre la Tracia a sud dei monti Haemus era stata quasi completamente ellenizzata.
Per quanto riguarda la dispersione tracia fuori dai confini (extra fines provinciae), da testimonianze epigrafiche sappiamo la presenza di molti traci (soprattutto soldati) in tutto l’Impero Romano, dalla Siria e dall’Arabia alla Britannia.