Quando mi è stato chiesto di scegliere un pezzo di retorica da analizzare, uno dei primi pezzi che mi è venuto in mente è stato il famoso poster “We Can Do It!”, o più modernamente soprannominato, Rosie the Riveter. Questo poster è stato creato nel 1942 come parte di una serie di manifesti creati per aumentare il morale negli Stati Uniti d’America durante la seconda guerra mondiale. L’esigenza, o situazione che spinse alla creazione della retorica, fu il basso morale dei lavoratori americani e della società nel suo complesso durante la guerra. Il poster, insieme a molti altri creati insieme ad esso, fu creato con la forza lavoro americana come pubblico. La frase semplice ma incoraggiante, “noi possiamo farlo” non solo unisce il pubblico come un’unica entità grazie alla scelta del pronome “noi”, ma è anche abbastanza vaga da raggiungere ogni americano nonostante la sua situazione unica.
Questo poster è anche dimostrato essere un prezioso pezzo di retorica quando lo mettiamo in relazione con le parole di Lloyd Blitzer nel suo articolo, “The Rhetorical Situation” affermando, “Un’opera retorica è pragmatica; viene in esistenza per il bene di qualcosa oltre se stessa”. Questo manifesto fu creato in risposta alla crisi della forza lavoro degli Stati Uniti d’America durante la seconda guerra mondiale. La mancanza di lavoratori per occupare importanti posti di lavoro in fabbrica e nella manodopera ha spinto il popolo americano a riempire questi posti per il miglioramento del paese e della sua economia. Questo poster fu creato con l’unico scopo di rispondere a questo problema e creare un cambiamento positivo.
Mentre il poster “We Can Do It!” può essere classificato come un prezioso pezzo di retorica durante il periodo della sua pubblicazione originale, ha anche avuto un impatto significativo nelle ultime generazioni. Nel 1980, il poster è stato riscoperto e collegato al movimento moderno del femminismo. Le femministe, o sostenitrici dei diritti e dell’uguaglianza delle donne, hanno usato questo pezzo di retorica per sfidare lo stereotipo che gli uomini appartengono ai campi di lavoro manuale, scatenando la discussione e il sostegno all’uguaglianza. Questa convinzione comune che molti americani avevano può anche essere considerata un luogo comune, in quanto era un’idea condivisa in molte comunità che vedevano le donne meno degli uomini.
Si può dire che il movimento femminista abbia creato un momento kairotico in cui “Rosie the Riveter” poteva raggiungere attraverso le generazioni un secondo pubblico. Kairos è un termine antico per indicare il momento retorico giusto, o una finestra di quando un pezzo di retorica può avere un impatto e produrre un cambiamento. Anche se il poster non è stato creato con il solo intento di motivare le donne in origine, è stato in grado di avere un profondo impatto nell’aiutare la discussione e fornire supporto alle femministe e al loro movimento. Ciò dimostra che questo pezzo di retorica ha creato cambiamenti preziosi nella società, muovendo le persone all’azione sia nella forza lavoro che nel sostegno ai diritti delle donne.