Sparta

Sparta, in greco moderno Spartí, storicamente Lacedaemon, antica capitale del distretto della Laconia del Peloponneso sud-orientale, Grecia sud-occidentale. Insieme all’area circostante, forma il perifereiakí enótita (unità regionale) della Laconia (in greco moderno: Lakonía) all’interno della periféreia (regione) del Peloponneso (Pelopónnisos). La città si trova sulla riva destra del fiume Evrótas Potamós. La scarsità di rovine dell’antichità intorno alla città moderna riflette l’austerità dell’oligarchia militare che governò la città-stato spartana dal VI al II secolo a.C.

La Metropoli (cattedrale) dedicata a San Demetrio a Mistra, città bizantina in rovina vicino a Sparta, Grecia.
La Metropoli (cattedrale) dedicata a San Demetrio a Mistra, città bizantina in rovina vicino a Sparta, Grecia.

© Mairani-CLICK/Chicago

Busto in marmo di Alessandro il Grande, nel British Museum, Londra, Inghilterra. Greco ellenistico, II-I secolo a.C. Si dice che provenga da Alessandria d'Egitto. Altezza: 37 cm.
Britannica Quiz
Antica Grecia
Quando si è tenuta la prima Olimpiade moderna? Chi vinse la guerra del Peloponneso? Dalla città chiamata “luogo di nascita della democrazia” alle origini di Alessandro Magno, esplora il mondo dell’antica Grecia in questo quiz.

Secondo la tradizione, fondata nel IX secolo a.C. con una rigida costituzione oligarchica, lo stato di Sparta per secoli ha mantenuto come corruttori a vita due re che arbitravano in tempo di guerra. In tempo di pace, il potere era concentrato in un Senato di 30 membri. Tra l’VIII e il V secolo a.C., Sparta sottomise la Messenia, riducendo gli abitanti alla condizione di servi della gleba. Dal V secolo la classe dirigente di Sparta si dedicò alla guerra e alla diplomazia, trascurando deliberatamente le arti, la filosofia e la letteratura, e forgiò l’esercito più potente della Grecia.

La dedizione di Sparta al governo di un’oligarchia militarizzata precludeva ogni speranza di un’unificazione politica della Grecia classica, ma rese un grande servizio nel 480 a.C. con la sua eroica resistenza alle Termopili e la sua successiva leadership nelle guerre greco-persiane. La battaglia di Salamina (480) rivelò la grandezza della potenza navale ateniese e mise in moto la lotta mortale tra le due potenze che finì con la sconfitta ateniese alla fine della guerra del Peloponneso nel 404 e l’emergere di Sparta come lo stato più potente della Grecia. Nella guerra di Corinto (395-387) Sparta ebbe due vittorie terrestri sugli stati alleati ateniesi e una grave sconfitta navale a Cnido da una flotta combinata ateniese e persiana. Il coinvolgimento di Sparta nelle guerre civili persiane in Asia Minore sotto Agesilao II (399-360) e la successiva occupazione spartana (382) della cittadella tebana, Cadmea, estesero eccessivamente il potere spartano ed esposero lo stato alla sconfitta a Leuctra (371) da parte del tebano Epaminonda, che poi liberò la Messenia. Seguì un declino lungo un secolo.

La continua agitazione di Sparta stimolò la guerra di Roma contro gli Achei (146) e la conquista romana del Peloponneso. Nel 396 ce la modesta città fu distrutta dai Visigoti. I Bizantini ripopolarono il sito e le diedero l’antico nome omerico di Lacedaemon. Dopo il 1204 i Franchi costruirono una nuova città-fortezza, Mistra, su uno sperone della catena del Taygetus a sud-ovest di Sparta; dopo il 1259 Mistra fu capitale del Despotato di Morea (cioè il Peloponneso) e fiorì per circa due secoli. Dal 1460 fino alla guerra d’indipendenza greca (1821-29), ad eccezione di una parentesi veneziana, la regione fu sotto il dominio turco.

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La città attuale fu costruita nel 1834 sul sito antico; è chiamata localmente Néa (Nuova) Spartí per distinguerla dalle rovine che furono scavate nel 1906-10 e nel 1924-29. Piccolo centro commerciale e industriale della pianura europea, la città commercia in agrumi e olio d’oliva. Come nell’antichità, è servita dal piccolo porto di Githion (Yíthion), 28 miglia (45 km) a sud-est, al quale è collegata da una strada asfaltata. Pop. (2001) città, 17.503; (2011) 16.239.

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