Yayoi Kusama

Yayoi Kusama, (nato il 22 marzo 1929, Matsumoto, Giappone), artista giapponese autodefinitosi “artista ossessivo”, noto per il suo ampio uso di pois e per le sue installazioni all’infinito. Ha impiegato pittura, scultura, performance art e installazioni in una varietà di stili, tra cui la Pop art e il Minimalismo.

Top Questions

Quando è nata Yayoi Kusama?

Yayoi Kusama è nata il 22 marzo 1929 a Matsumoto, in Giappone.

Per cosa è conosciuta Yayoi Kusama?

Yayoi Kusama è un’artista giapponese nota per il suo ampio uso di pois e per le sue installazioni infinite. Tra le opere degne di nota ci sono Obliteration Room (2002-oggi) e Infinity Mirror Room-Phalli’s Field (1965/2016), la prima di molte iterazioni distinte.

Come è diventata famosa Yayoi Kusama?

Yayoi Kusama ha messo in scena diverse performance non autorizzate a New York City durante gli anni ’60 che hanno attirato l’attenzione della stampa, in particolare Grand Orgy to Awaken the Dead (1969), in cui ha dipinto dei punti sui corpi nudi dei partecipanti a un museo. La sua carriera ha avuto una rinascita a metà degli anni 2010 con diverse mostre che presentavano le sue Infinity Mirror Rooms.

Dove ha studiato Yayoi Kusama?

Secondo il suo stesso racconto, Kusama ha iniziato a dipingere da bambina. Ha avuto una scarsa formazione formale, studiando arte solo brevemente (1948-49) alla Kyōto City Specialist School of Arts.

Com’era la famiglia di Yayoi Kusama?

Yayoi Kusama è nata come figlia minore di una famiglia benestante. Ha indicato che sua madre era fisicamente e verbalmente violenta, mentre suo padre era un donnaiolo. Sebbene abbia avuto relazioni con altri artisti, non si è mai sposata né ha avuto figli.

Secondo il suo stesso racconto, Kusama ha iniziato a dipingere da bambina, all’incirca nel periodo in cui ha iniziato a sperimentare allucinazioni che spesso riguardavano campi di punti. Quelle allucinazioni e il tema dei punti avrebbero continuato a informare la sua arte per tutta la sua carriera. Ha avuto poca formazione formale, studiando arte solo brevemente (1948-49) presso la Scuola di Arti Specialistiche della città di Kyōto. I conflitti familiari e il desiderio di diventare un’artista la spinsero a trasferirsi nel 1957 negli Stati Uniti, dove si stabilì a New York City. Prima di lasciare il Giappone, distrusse molti dei suoi primi dipinti.

I suoi primi lavori a New York City includevano quelli che lei chiamava “infinity net”. Questi consistevano in migliaia di piccoli segni ripetuti ossessivamente su grandi tele senza riguardo per i bordi della tela, come se continuassero all’infinito. Queste opere esploravano i confini fisici e psicologici della pittura, con la ripetizione apparentemente infinita dei segni che creava una sensazione quasi ipnotica sia per lo spettatore che per l’artista. I suoi dipinti di quel periodo anticiparono il nascente movimento minimalista, ma il suo lavoro passò presto alla Pop art e alla performance art. Divenne una figura centrale dell’avanguardia newyorkese e il suo lavoro fu esposto accanto a quello di artisti come Donald Judd, Claes Oldenburg e Andy Warhol.

La ripetizione ossessiva continuò a essere un tema nella scultura e nell’arte installativa di Kusama, che iniziò a esporre nei primi anni sessanta. Il tema dell’ansia sessuale collegava gran parte di quel lavoro, in cui Kusama copriva la superficie di oggetti, come una poltrona in Accumulation No. 1 (1962), con piccole sculture falliche morbide costruite con tessuto bianco. Le installazioni di quel periodo includono Infinity Mirror Room-Phalli’s Field (1965), una stanza di specchi i cui pavimenti erano coperti da centinaia di falli imbottiti che erano stati dipinti con punti rossi. Gli specchi le davano l’opportunità di creare piani infiniti nelle sue installazioni, e avrebbe continuato a usarli nelle opere successive.

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Mirando i tempi, la performance art di Kusama esplorava idee contro la guerra, contro il sistema e contro l’amore libero. Questi Happenings spesso coinvolgevano la nudità pubblica, con l’intenzione dichiarata di smontare i confini dell’identità, della sessualità e del corpo. In Grand Orgy to Awaken the Dead (1969), Kusama dipinse dei punti sui corpi nudi dei partecipanti in una performance non autorizzata nella fontana del giardino delle sculture del Museum of Modern Art di New York. I critici la accusarono di intensa autopromozione, e il suo lavoro fu regolarmente coperto dalla stampa; Grand Orgy apparve sulla prima pagina del New York Daily News.

Kusama tornò in Giappone nel 1973. Dal 1977, per sua scelta, ha vissuto in un ospedale psichiatrico. Durante questo periodo continua a produrre arte e scrive anche poesia surreale e narrativa, tra cui The Hustlers Grotto of Christopher Street (1984) e Between Heaven and Earth (1988).

Kusama torna nel mondo dell’arte internazionale nel 1989 con mostre a New York City e Oxford, Inghilterra. Nel 1993 ha rappresentato il Giappone alla Biennale di Venezia con un lavoro che includeva Mirror Room (Pumpkin), un’installazione in cui riempiva una stanza a specchio con sculture di zucche ricoperte dai suoi caratteristici punti. Tra il 1998 e il 1999 una grande retrospettiva delle sue opere è stata esposta al Los Angeles County Museum of Art, al Museum of Modern Art di New York City, al Walker Art Center di Minneapolis, Minnesota, e al Museo di Arte Contemporanea di Tokyo. Nel 2006 ha ricevuto il premio Praemium Imperiale della Japan Art Association per la pittura. Il suo lavoro è stato oggetto di una grande retrospettiva al Whitney Museum of American Art di New York City nel 2012, e una mostra itinerante ha attirato folle record all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, D.C., nel 2017. Quest’ultima mostra presentava un campione delle Infinity Mirrored Rooms di Kusama, installazioni che di solito comprendono una stanza a specchio con centinaia di luci colorate, e le opere divennero presto alcuni dei suoi pezzi più popolari. Quell’anno ha aperto un museo dedicato al suo lavoro a Tokyo, vicino al suo studio e all’ospedale psichiatrico dove viveva.

Yayoi Kusama: Kusamatrix
Yayoi Kusama: Kusamatrix

I visitatori camminano attraverso l’installazione Kusamatrix di Yayoi Kusama al Mori Art Museum di Tokyo, 2004.

Toru Yamanaka-AFP/Getty Images

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